I manager mediocri nel campo dell’ospitalità – Pt. 2

Abbiamo parlato, nel precedente articolo di quanto sia importante una valutazione dei manager alberghieri da parte dei loro dipendenti, e di come i primi non sempre rispecchino dei valori d’eccellenza idonei al proprio lavoro. Ecco alcuni punti che spiegano perché esistono più manager di livello mediocre rispetto a quanti ce ne siano di eccellenti:

  1. La maggior parte delle organizzazioni di ospitalità si concentra solo sui risultati economici

    rawpixel-1074297-unsplashAnche la soddisfazione del cliente è fondamentale, ma alla fine ciò che conta davvero è ottenere i numeri corretti (costi, profitti, ricavi … ecc.) e quindi mantenere attivo il flusso di lavoro dell’hotel. A questo scopo, ciò che conta sono le competenze tecniche, professionali e le conoscenze dei dirigenti. Chiameremo queste abilità “hard skills”. Queste competenze sono sicuramente necessarie, il problema sorge quando le aziende alberghiere danno la priorità a questo tipo di competenze, a discapito delle “soft skills”; e consentendo quindi comportamenti disfunzionali da parte di dirigenti: ingiustizie, mancanza di comunicazione, mancanza di empatia, mancanza di integrità o di trasparenza.

  2. Il processo di selezione si basa principalmente su competenze tecniche

    Hotel e società di consulenza, inconsciamente o consapevolmente, privilegiano l’esperienza professionale e le conoscenze del candidato piuttosto che le sue capacità di leadership. Quindi la parte tecnica del futuro candidato, pesa molto più del lato umano, indispensabile per guidare le persone.

  3. I programmi di ospitalità e le scuole di management non stanno facendo un buon lavoro nell’insegnare le capacità di leadership agli studenti

    La maggior parte dei programmi privilegia l’insegnamento di conoscenze tecniche; gli studenti poi entrano nel settore dell’ospitalità e apprendono il loro lavoro, diventano abili ed esperti nelle attività pratiche, ma rimangono con grandi carenze in ambito della leadership.

  4. L’ esperienza professionale e gli anni di esperienza, non garantiscono affatto qualità di leadership

    rawpixel-762105-unsplashColoro che diventano manager devono imparare a vedere loro stessi e il loro lavoro in modo diverso, devono sviluppare nuovi valori, una più profonda consapevolezza di sé, una maggiore maturità emotiva e la capacità di esercitare un saggio giudizio. Il problema è che vediamo molti manager pronti ad apprendere ed auto-migliorarsi all’inizio della loro carriera, ma una volta che si sono stabiliti e che si sentono a proprio agio nelle loro posizioni, smettono di crescere. Quello che si ritrovano a fare è fondamentalmente, gestire delle persone, dare ordini e istruzioni da seguire, senza consentire alcun dissenso di opinione, né fare partecipare i membri del team all’analisi di un problema o ai processi decisionali.

  5. La mediocrità genera mediocrità

    Se apprendi da una cattiva gestione, molto probabilmente diventerai anche un cattivo manager. I dipendenti degli hotel, osservano i loro capi mentre svolgono le attività quotidiane ed è probabile che inizino a pensare che la leadership sia solo il possedere più conoscenze e competenze nel proprio settore e che il lavoro di un manager sia quello di fornire tutte le risposte ad ogni problema. Per molto tempo, nella mia carriera professionale, ho pensato che la leadership riguardasse solo l’ottenere dei risultati e dire alla gente cosa fare, ma questo è un metodo di gestione che funziona attraverso la paura e sicuramente non porterà ad alcun tipo di impegno personale da parte dei tuoi dipendenti. Quel che è peggio, è che quei manager che usano l’autorità come unica fonte di potere non saranno mai in grado di ottenere il meglio dai loro dipendenti.

rawpixel-665401-unsplashA questo punto dovrebbe essere chiaro che i dirigenti hanno due responsabilità principali: una è quella di ottenere risultati e portare a termine il proprio lavoro; la seconda, ben più importante rispetto alla prima, è la responsabilità di aiutare i propri dipendenti a crescere individualmente, e quindi fare in modo che essi funzionino come una squadra. Quest’ultimo obiettivo include formare i membri del tuo team attraverso il coaching, aumentare le loro responsabilità e stimolare i loro talenti, lasciando più autonomia decisionale. La buona notizia è che essere grandi manager non si nasce, ma si diventa, perciò possiamo tutti migliorarci!

La leadership è un processo di apprendimento costante e soprattutto di auto-riflessione. Un pessimo capo di oggi, può diventare un leader eccezionale domani se ha il coraggio di confrontarsi con le sue debolezze e accetta la sua responsabilità di doversi migliorare sempre.