COLLABORATORI DIFFICILI: IL GIUSTO APPROCCIO

Collaboratori difficili da gestire?

Qualche spunto per riuscire a gestirli

L’aggregazione in gruppi è da sempre indispensabile per l’individuo, in quanto l’unione fa la forza e così è più semplice raggiungere gli obiettivi prefissati.

Lavorare in gruppo può rendere il lavoro più performante, ma spesso è facile scontrarsi con collaboratori difficili e poco attenti ai vantaggi che possono derivare da questa unione.

Affinché un gruppo possa lavorare in modo organizzato, è bene che venga eletta la figura del leader; colui che si occuperà di gestire al meglio le dinamiche interne al gruppo e soprattutto quelle derivanti dai cosiddetti “membri difficili”.

Il leader è colui che dovrà rispondere in prima persona del suo lavoro e del risultato complessivo e finale raggiunto dal gruppo e dagli altri collaboratori.

Deve, in poche parole, prendersi tutte le responsabilità che ne derivano.

Chi sono i collaboratori difficili?COLLABORATORI DIFFICILI: IL GIUSTO APPROCCIO

I collaboratori difficili sono quei soggetti che, non per problemi di apprendimento, non riescono a raggiungere i livelli di prestazione concordati e richiesti dal leader.

In ambito aziendale molti leader non sanno bene come gestire questi inconvenienti e, ricorrono alla cessazione sbrigativa del rapporto di collaborazione con l’individuo difficoltoso.

Licenziare in tronco un collaboratore in evidente difficoltà, senza andare in suo soccorso, può portare risvolti negativi quali :

  • la caduta di fiducia da parte degli altri collaboratori;
  • un irrigidimento del clima
  • perdita di tempo e denaro per inserire un nuovo membro al team del progetto

Come accorgersi che qualcosa non va?

Il leader attento al suo gruppo, deve riuscire a riconoscere le tensioni della sua squadra attraverso la lettura dei segnali d’allarme.

Tra i più comuni sentori di crisi:

  • – Calo della qualità del lavoro svolto
  • – Assente spirito di iniziativa o collaborazione
  • – Aumento di lamentele
  • – Cessazione di relazioni comunicative tra i membri del team
  • – Aumento di tensione e stress

Davanti a questi sensori d’allarme, molti dirigenti operano “sperando nel tempo” o “minacciando i collaboratori” e tra le due scegliere la peggiore è davvero una bella sfida!

Il tempo né cambia né migliora le cose, i collaboratori che hanno preso la strada sbagliata non riusciranno a tornare da soli sulla retta via;

Allo stesso modo esprimere dissenso e malcontento attraverso urla e minacce, non invoglierà lo stesso collaboratore a investire su se stesso e migliorarsi.

Come aiutare i propri collaboratori?

I leader realmente interessati al raggiungimento di obiettivi e alla salute psicofisica dei propri collaboratori, devono attivare un processo di apprezzamento e interesse nei confronti dei propri collaboratori, in sintesi possiamo definirlo un vero e proprio processo di fidelizzazione.

Ogni intervento deve essere mirato al miglioramento delle attività e mai alla sua demolizione.

Ciò può essere realizzato con piccoli accorgimenti quali:

  • costruzione di una comunicazione fluida, rispettosa  e assertiva, senza provocazioni o subordinazioni
  • definizione chiara del problema e di ciò che non va bene
  • esplicitazione degli impatti negativi causati da prestazioni inadeguate in modo realistico e particolareggiante

Buona comunicazione e capacità di comprensione dei collaboratori può portare ad ottimi risultati in termini di lavoro di squadra e come leader non puoi che iniziare ad allenarti per dare il meglio !